Amy (2015) Il Documentario su Amy Winehouse

Regia: Asif Kapadia.

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voto:10

Un documentario fatto a dovere! Si ha una visione globale della persona e dell’artista, delle sue debolezze e del suo talento. Non importa che tu sia un fan di Amy Winehouse o no, quello che ci si aspetta da una storia vera è la ricerca del materiale originale, nudo e crudo, senza interpretazioni di sorta.

Questo documentario è costruito sulla base di filmati amatoriali realizzati da Amy, i suoi familiari e amici, nel corso della sua vita. Non essendo realizzati da professionisti quindi, sono spesso sgranati, instabili e caotici ma che ci permettono di entrare subito nella vita della cantante sin da giovanissima. Il primo filmato è di grande impatto: la ritrae all’età di 16 anni senza trucco, con i capelli sciolti sulle spalle e solare, come non siamo mai stati abituati a vederla.

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A sostegno delle immagini, le voci degli amici e familiari raccontano i periodi cardine della sua vita, dai primi successi agli eccessi di alcol e droghe, all’amore distruttivo. Seppur nella loro crudezza, queste testimonianze ritraggono un personaggio carismatico e incredibilmente talentuoso, che man mano che cresceva prendeva consapevolezza di sé. La sua aspirazione non è mai stata quella di diventare una star internazionale ma quella di essere una cantautrice jazz per un pubblico ristretto al quale far ascoltare le sue meravigliose canzoni. Perché quello che mi ha stupito di più è la capacità con la quale sapesse prendere gli episodi della sua vita e tradurli in musica. Tra i vari spezzoni video, compaiono anche le sue esibizioni live e stralci dei versi più significativi delle sue canzoni più famose. Il video che ritrae la cantante in sala di incisione mentre registra Back To Black è particolarmente emozionante: ha le cuffie nelle orecchie per sentire la base ma noi ascoltiamo solo la sua voce e i commenti che ne seguono alla fine della registrazione: ne esce una persona umile e soddisfatta, apparentemente tranquilla e serena. Purtroppo si evince che a spingerla verso il successo mondiale fosse stato suo padre insieme alle case discografiche, quando era chiaro che la cantante non avrebbe potuto stare al passo con tutti gli impegni artistici, per prediligere i problemi di sapute anche se non possono essere totalmente responsabili degli eventi che seguirono poiché ad Amy erano stati prescritti antidepressivi già in età adolescenziale, quindi diciamo che era una guerra persa in partenza…

In conclusione, un documentario esaustivo per un personaggio incredibilmente talentuoso che vale la pena conoscere più a fondo. Sono uscita dal cinema soddisfatta.